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ANTIPASTI
Crostini
di fegato
Fettine
di pane tostato, condite con un impasto fatto con
fegato di pollo o di coniglio, capperi, filetti di
acciuga, salvia tritata e burro. Originariamente questo
impasto era chiamato peverada ed era preparato usando
lo zafferano che cresce selvatico nella campagna intorno
alla città.
Bruschetta
- pane agliato, con pomodoro ed erbe aromatiche
Semplicissimo... La bruschetta è un antipasto
preparato con pane toscano, pomodoro fresco, basilico
ed olio d'oliva. Probabilmente uno dei migliori antipasti
che potrete assaggiare da queste parti, nel periodo
in cui i pomodori sono una verdura di stagione.
Crostini
neri
Ingredienti: 6 fette di pane tostato fatto in casa,
300 gr. di fegato di pollo o di conoglio, 200 gr di
milza di vitello, 2 acciughe, 100 gr. di capperi,
200 gr. di cipolle, un bicchiere di vino bianco, brodo,
sale, pepe ed olio d'oliva.
Ricetta: taglite a piccoli pezzettini le cipolle,
mettetele in una padella e fatele soffriggere finchè
non sono dorate. Intanto tagliate le acciughe, aggiungete
il fegato e la milza (lavateli bene prima), metteli
nella padella con le cipolle ed aggiungete i capperi
ed il vino. Mettete sale e pepe e fate bollire a fuoco
lento il tutto per 20 minuti. Quando è cotto
mescolate aggiungendo dell'olio d'oliva per ammorbidire
il composto. Stendete poi il preparato sulle fette
di pane. Per rendere più gustosi i vostri crostini,
tostate il pane e passatelo nel brodo, subito prima
di stendervi il vostro preparato e servirli. |
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PRIMI
PIATTI
Pappardelle
sulla lepre
La lepre viene tagliata a pezzettini e fatta marinare
a lungo nel vino del Chianti, insieme a varie erbe
aromatiche. Poi viene cotto in salmì: un
composto di olio, erbe, limone un goccio di aceto,
cotto insieme alla coratella tritata e appena un
po' fritta. Il risultato è un sugo speziato,
steso intorno alle Pappardelle.

Ribollita
La cucina toscana è famosa per la raffinatezza
nella preparazione di piatti dell'antica tradizione
contadina. E questo piatto ne è un gustosissimo
esempio. La ribollita è praticamente un'icona
della cucina toscana. E' un pò difficile
trovare luoghi in cui se ne possa gustare di autentica,
perchè la preparazione richiede tre giorni.
Il primo giorno viene preparato un minestrone di
verdure e mangiato così com'è. Il
secondo giorno si aggiungono a ciò che è
avanzato del piatto, dei pezzetti di pane (o di
pane tostato e agliato) ed il tutto viene ricucinato
con l'aggiunta di sottili fettine di cipolla. Il
terzo giorno il tutto viene fatto bollire ancora
una volta. Le ricette per il minestrone variano
da zona a zona, da ristorante a ristorante. Buona
parte delle ricette si basano su prodotti tipici
locali. L'ingrediente più importante che
compone il minestrone che viene preparato in Toscana
è il cavolo nero. Le sue foglie variano di
colore, da un verde molto scuro, fin quasi al nero.
Un tempo cresceva solo in Toscana, oggi però
viene coltivato anche in California nella Salinas
Valley insieme al radicchio rosso. Se non riuscite
a trovare il cavolo nero, potete sostituirlo con
del cavolo verza o con del semplice cavolo.

Pici
Tipici di questa regione, i pici sono un tipo di
pasta fresca, servita con tipi diversi di sugo...un
consiglio:provateli!

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SECONDI
PIATTI
Arista
Carne di maiale, servita a fette, con un intingolo
di salvia, rosmarino ed aglio soffritti insieme;
perfetta col vino. Il nome deriva dal latino: "arista"
una punta o un'arma appuntita, che richiama l'osso
di questo taglio di carne.

Tagliata
di Manzo
La combinazione di un'ottima bistecca di manzo,servita
su un letto di rucola, potrà sembrarviinsolita,
mavi assicuriamo che una volta che avrete assaggiato
questo piatto, non vorrete più mangiare la
bistecca servita diversamente. Per tradizione la
bistecca in questa portata è servita al sangue,
ma si può richiedere di cuocerla un pò
di più. Dovrebbe essere tenerissima ed avere
un sapore delicato, che contrasta col sapore forte
della rucola.

Scottiglia
Ricetta: piccoli pezzi di carni differenti (coniglio,
pollo, agnello, manzo), vengono appena fritti in
olio d'oliva ed aglio, ricoperti da passata di pomodoro
insaporito dal peperoncino, poi stufato con un mezzo
bicchiere di vino. Un pizzico di farina va poi aggiunta
per ottenere un sugo denso.

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CONTORNI
Fagioli
all'uccelletto
I fagioli sono cotti nel modo classico, ma con aggiunta
di passata di pomodoro. Questo contorno è
delizioso con le salsicce in umido.

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DOLCI
Cavallucci
Uno
dei dolci più antichi di Siena è il
cavalluccio, capostipite della famiglia variegata
dei biscotti di farina e miele. La peculiarità
del cavalluccio era quella di assumere un sapore
piccante con l'aggiunta di pepe nero, anici, noci
e zenzero.Il loro nome deriva a quanto pare dalla
piccola stampa che i produttori vi apponevano sopra
con la rappresentazione di un cavallino. Non a caso
i maggiori consumatori di tale dolce erano gli addetti
ai cavalli del padrone, stallieri e vetturali che
lo accompagnavano con un buon vino genuino, lasciando
leccornie più costose e sofisticate come
il "Panforte" alla classe ricca.
Ingredienti: 600 gr. di zucchero o miele, 20 cl
d'acqua, noci o nocciole, 20 gr. di bicarbonato
o lievito per dolci, 50 gr. di scirza di limone
candita, 1000 gr. di spezie anice, cannella, un
mandarino, 400 gr. di farina, un pizzico di pepe
o di zenzero.
Ricetta: fate bollire lo zucchero con l'acqua, fino
ad ottenere un liquido della consistenza di uno
sciroppo, poi aggiungete gli altri ingredienti,
ad eccezione della farina e del bicarbonato. Tagliate
l'impasto risultante a pezzi grossi, più
o meno delle stesse dimensioni e metteteli sulla
carta da forno o in una teglia adeguatamente unta.
Cuocete in forno ad una temperatura molto bassa,
fino ad ottenere dei biscotti asciutti.
Panforte
Intorno
al Panforte si confondono numerose leggende miste
a frammenti di storia, una cosa però è
certa, le sue origini sono assai remote. La leggenda
più antica lo ricollega alla Notte Santa
della Nascita del Cristo, quando in omaggio al Redentore
un bambino portò i suoi poveri doni: un po'
di pane e delle mandorle che, dopo la benedizione
di S. Giuseppe, si trasformarono in un meraviglioso
Panforte. La formula moderna di questo dolce nasce
verso la fine dell'ottocento con il Panforte Margherita,
dove si introdurrà l'impiego dei canditi
di cedro, arancio e limoni in aggiunta a droghe
dolci come la cannella o la vaniglia. La preparazione
era demandata agli speziali, farmacisti dell'epoca,
ed era destinato esclusivamente ai nobili, ai ricchi
ed al Clero in considerazione al fatto che conteneva,
oltre alle conce di arancia, cedro e melone, mandorle,
droghe e spezie costosissime per quei tempi. Con
il passare del tempo il Panpepato non subì
sostanziali modifiche e gli ingredienti rimasero
più o meno gli stessi, fino al 1879 anno
in cui la regina Margherita andò in visita
alla città di Siena. Per l'occasione uno
speziale preparò un panforte senza la concia
di melone e con una copertura di zucchero vanigliato
anziché di pepe nero. I senesi l'offrirono
alla regina come "Panforte Margherita",
nome col quale questo panforte "bianco",
più delicato, è ancor oggi noto e
commercializzato. Curiosa è anche la storia
dell'origine del nome dato a questo dolce: fin dal
X secolo è stata infatti parte della tradizione
culinaria "povera" la preparazione di
una semplice focaccia a base d'acqua e farina, successivamente
resa più dolce dall'aggiunta di miele e frutta,
che veniva amalgamata nella preparazione a pezzetti,
senza una precedente cottura. Accadeva così,
in particolar modo se ci si trovava in primavera
o in estate, con il clima caldo e l'umidità
alta, che alla fine del processo la frutta non si
seccasse del tutto, donando al prodotto un caratteristico
sapore asprigno, da cui il nome, che letteralmente
significa pane acido.
Ingredienti:
farina, candito di cedro e arancio, mandorle, pasta
di marzapane, zucchero di vaniglia, vaniglia naturale,
un pizzico di noci moscate.".
Ricciarelli
La leggenda vuole che i Ricciarelli siano comparsi
per la prima volta ad opera di un reduce dalle Crociate,
che importò dalla Turchia dei piccoli dolci
di noci e mandorle impastati con il miele.
Altre testimonianze, sicuramente più attendibili,
ne ricollegano le origini ai "marzapani"
senesi, assai famosi in Toscana nel XVI Secolo.Inizialmente
chiamati dolci di "marzipane", verranno
rinominati Ricciarelli solo alla fine del cinquecento,
momento in cui si introduce nelle cucine più
fornite lo zucchero bianco.

Cantucci
(disponibili anche alle Nocciole e Cioccolato).
Detti anche biscotti di Prato da dove pare che siano
nati ad opera di alcune massaie che dopo aver preparato
alcuni dolci decisero di impastare alcune noci tritate
con le "chiare" delle uova avanzate.Il
cantuccio è diffusissimo in Toscana e particolarmente
a Siena dove l'accostamento "cantucci e Vin
Santo" è ritenuto uno dei modi migliori
per completare un buon pasto.
Ingredienti:
Pasta di mandorle, candito d'arancio, farina bianca,
uova, zucchero a velo.

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